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Storia Dell'archeologia Lm 2019/2020
PROGRAMMA
La collezione Doria Pamphilj dal Seicento ad oggi: il contributo alla formazione di contesti museali.
Il corso intende introdurre gli studenti alla tematica della formazione dei musei di antichità attraverso un caso-studio, quello della collezione Doria-Pamphilj.
Il complesso di materiali antichi raccolti nell’immensa villa fuori Porta San Pancrazio dalla famiglia Pamphilj rappresenta un esempio di collezionismo romano del Seicento che ha, nel corso del tempo, dato luogo a più di una realtà museale.
Nel 1644 sotto la direzione di Alessandro Algardi si creò uno dei più importanti musei all’aperto del periodo barocco, il Casino del Belrespiro sul Gianicolo (dal 1989 sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Governo Italiano) che non solo nei suoi arredi interni dispiegava un numero straordinario di sculture antiche, ma soprattutto nelle quattro facciate esibisce ancora oggi un raffinato e ricco campionario di arte antica al limite dell’horror vacui. Un dispiegamento di opere antiche fu anche disposto nelle fontane dei giardini, che in parte sono state ospitate nel recente allestimento del Museo territoriale di Villa Vecchia, primo museo comunale romano dedicato ad una grande villa storica.
Verranno innanzitutto presentate le modalità di formazione della collezione seicentesca, attraverso acquisti dal mercato antiquario e scavi condotti a Roma (Hadrianeum, Celio, Quirinale) e nel Lazio (Anzio, Ostia, Tivoli). Per questo secondo aspetto, particolare attenzione verrà prestata al materiale venuto in luce sia durante il periodo di costruzione del Casino del Bel Respiro sia in seguito a lavori successivi che hanno messo in luce importanti aree sepolcrali (alcuni colombari sono ancora in situ, sotto la supervisione della Soprintendenza archeologica di Roma, altro materiale funerario è stato trasferito nel Museo Nazionale Romano). Particolare attenzione sarà rivolta ai restauri supervisionati dall’Algardi, che spesso hanno trasformato l’iconografia di una scultura antica per esigenze decorative e programmatiche.
La collezione fu continuamente in trasformazione e notevoli furono le perdite nel Settecento, quando si registrano numerose vendite e per tale motivo le antichità appartenute ai Pamphilj si rintracciano oggi nei Musei Capitolini, nei Musei Statali d Dresda, all’Hermitage di San Pietroburgo, a Ince Blundell Hall, a Newby Hall; ma la spoliazione degli oggetti antichi si consumò soprattutto nel corso dell’Ottocento quando oltre ad alcune alienazioni (a favore della Ny Carlberg Glyptotek di Copenhagen e della Liebghaus di Francoforte), essi furono, in gran parte, trasferiti dalla villa nel palazzo Doria-Pamphilj al Collegio Romano, oggi Galleria Doria-Pamhilj che pur essendo privata è regolarmente aperta al pubblico. Verranno, quindi, considerati i nuovi apporti con gli scavi nel territorio di Albano, le scelte espositive di Andrea Busiri Vici e le motivazioni culturali che indussero il principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj alla creazione di un nuovo Museo di antichità nel centro di Roma.