L’ontologia di Parmenide. Modulo A
La filosofia di Parmenide costituisce la prima enunciazione, nella storia del pensiero, della tesi ontologica nella sua forma più rigorosa e pura: la filosofia è riflessione sull’essere, ed è una riflessione che assume l’essere stesso come primo, cioè come tale che le sue strutture si identificano con quelle del pensiero che lo pensa e del linguaggio che lo esprime. Nell’elaborare la sua dottrina Parmenide si oppone da un lato a Eraclito e ai Pitagorici, dall’altro al naturalismo presocratico; la sua impostazione sarà raccolta dalla Scuola di Elea, con Zenone e Melisso, i cui esiti teorici saranno fondamentali per orientare le nuove premesse filosofiche fatte valere dai Pluralisti (Empedocle, Anassagora, e Democrito). La concezione parmenidea ha fornito inoltre il punto di partenza a tutte le successive, e anche molto diverse, ontologie dell’Antichità, da quella di Platone a quella di Aristotele, che pure sono, in modo diverso, fortemente critiche nei confronti del sistema parmenideo (Platone compirà un «parricidio» nei confronti di esso, risolvendo, nel Sofista, il Non-essere in Alterità), restando poi nella storia della filosofia moderna e contemporanea come un punto di riferimento ineludibile di tutte le filosofie o i sistemi a vocazione ontologica, da Spinoza fino a Heidegger. Il Modulo intende ricostruire le linee portanti della concezione parmenidea leggendo i frammenti del Poema sulla natura e tenendo altresì conto delle principali chiavi interpretative procurate dalla letteratura critica, che mai come in questo caso ha elaborato ipotesi diverse, vista anche la difficoltà di intendere il corretto rapporto tra la prima parte del Poema, dedicata all’enunciazione dell’Aletheia («Verità»), e la seconda, dedicata all’esposizione e delineazione del mondo della Doxa («Opinione»).
Parmenide. Poema sulla natura, Traduzione di G. Reale, Introduzione e Commentario di L. Ruggiu, Testo greco a fronte, Bompiani («Il pensiero occidentale»), Milano, 2010