Programma di Storia Contemporanea B:

Nel corso del Novecento in molti paesi del mondo, dall’Irlanda del Nord ai Paesi Baschi, dalle Filippine alla Colombia, dal Messico al Ruanda, i cattolici hanno giustificato l’esercizio della violenza a fini politici, come forma di lotta organizzata a fini politici. Rappresentazioni simboliche, mistiche del sacrificio, fonti teologiche della tradizione cristiana hanno fornito a individui e gruppi repertori e motivazioni per giustificare il ricorso alla violenza insurrezionale, nella convinzione che la scelta armata fosse non solo legittima, ma obbligatoria: per difendere istituzioni e valori ritenuti irrinunciabili o per promuovere trasformazioni radicali della vita pubblica. Analizzando una pluralità di casi su scala globale – dai cristeros messicani ai preti guerriglieri, dalla rivolta ungherese del 1956 ai troubles, dagli anni del terrorismo alle lotte antiabortiste – il modulo approfondisce il rapporto culturale del cattolicesimo con l’esercizio della violenza in un’epoca caratterizzata da mutuazioni e ibridazioni tra registri religiosi e prospettive politiche.

Prerequisiti: modulo A di Storia contemporanea.

Metodi didattici: lezioni frontali; coinvolgimento pratico degli studenti attraverso la lettura e l’analisi in aula di documenti storici e passi di storiografia.

Metodi e criteri di verifica dei risultati di apprendimento: gli studenti dovranno sostenere una prova orale che verterà sulle principali tematiche affrontate nel corso delle lezioni e sui libri di testo. Il giudizio finale sarà basato sulle conoscenze mostrate e sulle capacità di esposizione.

Bibliografia

Lucia Ceci, La fede armata. Cattolici e violenza politica nel Novecento, Il Mulino