Il tema dell’Oriente, nella visione estetica ricorrente tra la fine del XVIII e l’inizio del XX secolo, assume una pluralità di concezioni tale da poterlo considerare nella prospettiva degli “Orientalismi”; analogamente avviene con gli “Esotismi” quali visioni di vaghe lontananze. Già durante il Settecento l’Opera fu influenzata dalle Turcherie soprattutto riferite alle scenografie di raffinato splendore ove moschee e serragli rappresentarono topoi ornamentali e descrittivi seppure presenti ancora solo come effetti sonori: da Voltaire a Salieri, da Mozart a Cherubini e a Rossini. Un significato simbolico assunse l’Oriente nella dimensione massonica di una cosmopolita spiritualità presente nelle ultime opere mozartiane, tra di esse, nella Zauberflöte. In Germania poeti e filosofi riconsiderarono la musica, come Wackenroder, in una mistica orientaleggiante o come nel pensiero di Schopenhauer, destinata ad ispirare l’ambito compositivo e la scelta delle fonti letterario-musicali.