Programma di Tecnologie Digitali Per Lo Spettacolo A:

PER UNA STORIA DELLE NUOVE TECNOLOGIE TEATRALI DALLE ORIGINI AGLI ANNI TRENTA.

La prima parte del corso, di carattere propedeutico* e introduttiva, è focalizzata sull’architettura dei teatri e, in modo particolare, sulle prime macchine teatrali ideate dagli antichi greci fino a quelle complesse e agli automi,  creati per le feste e le rappresentazioni teatrali da artisti come Brunelleschi, Leonardo da Vinci e Gian Lorenzo Bernini.

La seconda parte del corso è dedicata all’uso delle nuove tecnologie per la scena teatrale, introdotte nell’ultima decade dell’Ottocento grazie alla ricerca di danzatori e coreografi (Loïe Fuller e Aleksandr ?iraev), pittori (Aleksandr Golovin), registi (Savva Mamontov) nell’ambito di quella sperimentazione sinestetica che originò la moderna regia e la coreografia. Durante gli Anni Venti e Trenta, che furono segnati dalla rivoluzione dei codici linguistici operati dalle Avanguardie storiche, per la scena teatrale furono utilizzati robot, pannelli mobili, proiezioni di film, proiezioni spaziali tridimensionali, tapis roulant, luci al neon, schermi di dimensioni diverse, sistemi di specchi, ecc. da registi (Erwin Piscator), da pittori-scenografi (George Grosz e Vasilij Kandinskij), coadiuvati da drammaturghi, musicisti, coreografi e architetti che, come Walter Gropius, progettarono nuove tipologie architettoniche per il teatro o l’applicazione di moderne tecnologie per lo spazio scenico (Frederick John Kiesler).

Testi adottati:

A. Nicoll, Lo spazio scenico, Bulzoni Editore, Roma 1971 * (Nel caso si scelga di optare per il corso integrato da 12 CFU, il testo è da considerarsi come manuale di base per entrambe i moduli: Arti dello Spettacolo, modulo A +  Tecnologie digitali per lo Spettacolo, modulo B).

DISPENSE

  • S. Carandini, La danzatrice è una metafora. Poesia del corpo e composizione mobile dello spazio nella danza di Loïe Fuller, in S. Carandini (a cura di), L’astrazione danzata. Le arti del primo Novecento e lo spettacolo di danza, in «Ricerche di Storia dell’Arte», n. 84, 1996, pp. 5-18.
  • Andrea Cawelti, "The Stage as a Well-Designed House: Frederick Kiesler's Ideal Theatre", in «Biblion» (The Bulletin of the New York Public Library), 3, n. 1 (Fall 1994), 111-139
  • D. Gavrilovich, Nel segno del colore e del corpo. Il regista-scenografo Aleksandr Golovin. Sperimentazione e riforma nella scena russa dal 1878 al 1917, UniversItalia, Roma 2011, pp. 56-63; 117-121; 264-275.
  • D. Gavrilovich, Aleksandr ?iraev e lo studio del movimento. Dalla danza all’invenzione del filmato d’animazione con marionette, inTrame di meraviglia. Studi in onore di Silvia Carandini, a cura di P. Bertolone, A. Corea, D. Gavrilovich, Universitalia, Roma 2017, pp. 179-190.
  • J. Hahl Koch, Kandinsky, Fabbri, Milano 1993, pp. 303-307.
  • F. Mancini, L’evoluzione dello spazio scenico. Dal naturalismo al teatro epico, Dedalo ed., Bari 1975, pp. 197-201.
  • Sitografia:

    https://www.youtube.com/watch?v=s61KGyYZSRo FULLER Violetta di parma (1896)

    https://www.youtube.com/watch?v=TT45Jq2CT5c  FULLER Danza del fuoco (1905)

    http://www.thedramateacher.com/erwin-piscator-multimedia-pioneer-for-the-theatre/

    https://www.youtube.com/watch?v=i91adtvT2Ps?iraev e lo studio del movimento

    https://www.youtube.com/watch?v=ZnFy8mDSmRI?iraev e l’animazione

    http://www.arte.rai.it/articoli-programma-puntate/quadri-duna-esposizione/22233/default.aspxKandinsky, Quadri di un’esposizione

    https://vimeo.com/59497126Piscator-Gropius, Total Theatre

    ** Si consiglia ai NON frequentanti di contattare la docente, per concordare i testi da integrare a quelli presenti nel programma.