Programma dei Moduli del Corso:

Estetica A | Docente:
Giuseppe Patella

Il Senso del Bello

Il primo modulo del corso intende riflettere su una delle questioni fondamentali della disciplina estetica da sempre al centro del suo orizzonte concettuale: il Bello. Dopo un’ampia ricognizione sulle molteplici conformazioni e declinazioni di questo concetto dall’antichità ad oggi, se ne approfondirà il senso prendendo in esame in particolare il pensiero estetico del filosofo americano George Santayana, in cui viene in primo piano la centralità della bellezza come esperienza valoriale gioiosa e vitale, che sgorga dalla dimensione più profonda della nostra esistenza. In questo senso la bellezza si presenta tanto come un piacere quanto come un valore, come una percezione valutativa che implica un compiacimento sensibile, un dire sì alla vita con slancio e immediatezza.

Testi d’esame:

1. Vercellone, Bertinetto, Garelli, Lineamenti di storia dell’estetica, Il Mulino, 2008, pp. 1-193.

2.G. Santayana, Il Senso della Bellezza, Palermo, Aesthetica Edizioni, 1997.

3. G. Patella, L’estetica di George Santayana, Roma, Universitalia, 2012 (in corso di stampa).

Per coloro che sostengono per la seconda volta questo esame, il programma è quello previsto per la Laurea Magistrale




Estetica B | Docente:
Giuseppe Patella

Estetica ed economia. Per un’economia dei beni simbolici

Dopo la familiarizzazione con la disciplina filosofica dell’estetica attraverso l’analisi dei suoi termini, delle sue figure e delle sue categorie principali, si intende procedere ad un ripensamento dell’estetica oggi attraverso il confronto singolare con la disciplina (anch’essa moderna,  settecentesca) dell’economia. Se quest’ultima è tradizionalmente basata sulla nozione di “interesse”, l’estetica viene al contrario associata alla categoria di “disinteresse”, magistralmente indagata da Kant. Da questo confronto, analizzato anche sulla scorta della riflessione del sociologo francese Pierre Bourdieu, si intende muovere verso quella che si può chiamare una “teoria dei beni simbolici” che si occupa non solo di fenomeni estetici ed artistici, ma di valori economico-sociali, di capitali simbolici, lifestyles, oggetti del desiderio, insomma di tutte quelle attitudini legate al paradigma di un “disinteresse interessato”, in cui vengono a trovarsi non solo le arti, ma anche tutte quelle attività simbolico-culturali che sfuggono all’economia ristretta del profitto immediato e puntano invece ad un’economia allargata dei beni simbolici e comuni in cui il disinteresse trova propriamente riconoscimento e ricompensa.

Per i frequentanti il modulo prevede la partecipazione attiva degli studenti interessati, che sono tenuti a presentare una relazione scritta e orale su argomenti e testi del corso. Le indicazioni bibliografiche saranno fornite all’inizio del corso.

Testi d’esame:

1. E. Franzini, M. Mazzocut-Mis, I nomi dell’estetica, Bruno Mondadori, 2003.

2.P. Bourdieu, Ragioni pratiche, Il Mulino 2005.

3. A. Caillé, Critica dell’uomo economico, Il Melangolo, 2009.

Testo integrativo per i non frequentanti:

- G. Patella, Articolazioni, Pisa, ETS, 2010.