Navigazione di Sezione:
Linguistica Generale Lm 2009/2010
19
Dec 09Bacheca » Avviso Per Gli Studenti Lefiling (esercitazioni Del Sabato Sul Testo)
| Modificato il 20 Jun 2011, 12:35Gli studenti che non abbiano partecipato alle esercitazioni sulla linguistica del testo dovranno:
- leggere gli Esercizi di stile di Raymond Queneau (traduzione di U. Eco, Einaudi) --> vedi deposito files
- scrivere un componimento sul tema dell'attesa dell'autobus S 20 alla fermata, a mezzogiorno, senza utilizzare la e*
- scaricare (ed esaminare) il file Fruttafamosa e speigare le ragioni del nome dato a tutti i personaggi proposti nelle immagini (esercizio sulle funzioni poetica e metalinguistica del messaggio) --> vedi deposito files
- spiegare, in max 2 cartelle e per entrambi gli esercizi, le ragioni delle proprie scelte
- inviare il proprio elaborato al mio indirizzo di posta elettronica
Esempio n. 1 di testo (autore: Silvia Lenci)
Il nostro caro Luigi, artista italiano racconta la storia di un’anziana signora: un dì molto lontano un bizzarro copricapo fu acquistato da una donna molto strana.
La strana donna amava star fuori casa tutto il giorno conciata in un modo molto vistoso ma cosi tanto vistoso da far sollazzo a chi la guardava.
Una mattina di pioggia, nubi, ghiaccio, stava sdraiata su una panchina davanti ad una corsia automobilistica in cui la folla cominciava ad accalcarsi, uscita da lavoro, indugiando l’arrivo di un autobus troppo in ritardo.
Intanto l’orologio camminava, l’ansia di tutta la folla si allungava ma purtroppo passò soltanto un autobus: il T 18.
Ivi tutti i nomi dati agli autobus scaturivano dall’accordo di un simbolo con un altro in cui quando il primo simbolo diminuiva l’altro avanzava.
L’anziana signora bramava in un autobus dopo, ma il fattaccio la colpì: si appisolò sulla panchina ma quando riaprì gli occhi il buio, la taciturnità la impaurirono cosi tanto da incitarla al sonno tutta la nottata ritrovandosi il mattino dopo ancora la sdraiata con tutta la folla di nuovo ammassata
Il nostro amato Luigi chiarì cosi la sua dottrina basata sull’umorismo: da un avviso dovuto alla risata ad una moralità di compianto.
Esempio n. 2 di testo (autore: Simona Di Crescenzo)
Un uomo si guardava intorno, turisti, moto, auto, clacson; il traffico impazzito indicava l'ora alla città: ora di punta. L'uomo tornò con lo sguardo alla strada, indossava un passamontagna colorato, pantaloni di fustagna marroni; guardingo domandò: Scus' quand pass lu...lu... "SSS vint"...l'autobùs? Risposi con un sorriso all'uomo con lo strano copricapo all'improvviso amico, smarrito, risucchiato dal trambusto cittadino. L'autobus arrivò di lì a poco. Salimmo muti nel caos mattutino. Esempio n. 3 (autore: Arianna Previtali)
Un buon
giorno
Da via Garibaldi transitavano molti autobus:
dal tratto Q al T, dal 18 al 41. Gli garbava, tuttavia, di ricordarsi l’autobus
al pari di un taxi: “Savona doppia X”.
Gli autobus passavano, sostavano poco, ma
Tommaso non saliva. Il piglio prima
mostrato sbiadiva dal suo viso, al pari
di raggi offuscati dal passaggio di grigi nuvoloni.
Appariva crucciato, ma non spostava un
passo.
Dopo quaranta minuti un autobus in arrivo.
Sbircia, si accomoda il soprabito, lancia un sospiro. Si alzò una ragazza. Una
sciarpa piccola attorcigliata al collo, intorno alla folta chioma, donava alla
sua figura un qualcosa di insolito. Mostrava un’aria timida, solitaria. La
accompagnò con lo sguardo, da lontano, fin sopra la porta.
Il volto di lui si illuminò con un
sussurrato “Buongiorno”.
Un sorriso, «Buongiorno!». Un piccolo indugio, una pausa dal significato: “a domani”.
Esempio n. 4 (autorer: Paola Di Sabatino)
Un acuto osservatore alla fermata
Guardi: davanti a noi si trova il palazzo in cui vivo; qui sulla strada la sosta di un autobus. Non mi par una gran novità, dirà. Si, ma non trascuri il fascino di tal cosa! Ogni giorno assisto al transito di una gran folla: ciò mi dà la possibilità di incontrar con lo sguardo migliaia di visi. Sa, ragazzo mio, di lavoro scrivo romanzi: nulla m'ispira più di un volto! Così, quando sono stanco o fatico a trovar una parola adatta, alzo gli occhi dal foglio, indirizzo lo sguardo fuori dai balconi di casa (quando sono in forma mi azzardo addirittura a far un giro di palazzo)... Non immagina quanto siano importanti tali distrazioni! Pochi minuti passati a scrutar con dovizia un volto bastano: si butta giù un romanzo! No, non sono pazzo; ho soltanto lo sguardo fino. Indovino addirittura da ruga una storia d'amor naufragata! Posso dar prova di tal capacità: l'agitatissimo clochard col cilindro vicino alla panchina qui accanto fa proprio al caso nostro! Guardi: la sua chioma disordinata sotto il bizzarro copricapo prova non soltanto la vita colma di disagi, ma di sicuro un lungo sonno; il naso arrossato sulla punta non parla solo di troppo vino tracannato, ma di un pisolino schiacciato sotto i raggi caldissimi di un'ora fa, quindi... Dodici più alcuni minuti circa. Ovvio: riposa lì da stamattina. Un disguido, di sicuro: il tapino, assopitosi, ha scordato di chiamar il bus con la mano. Chissà quando farà capolino il prossimo... Il guaio più brutto, tuttavia, lo avrà tra poco! Guardi, guardi chi si avvicina: l'antica fidanzata abbandonata! Da cosa lo capisco? Più di una volta con vari strattoni lo ha quasi ucciso, buttandolo sotto un autobus dalla sigla un po' curiosa, a dirla tutta... Composta dal suono di una biscia quando striscia – ssssssssss – più una cifra doppia... Sa, non son bravo a far di conto, ma a occhio son convinto corrisponda agli anni suoi ragazzo mio! Ha un paio d'anni più di diciotto? Ho indovinato ancora! Cosa? Arriva il suo autobus?! Si sbrighi allora! Buona giornata!