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Mar 16

Bacheca » Alcuni Testi Citati Durante Le Prime Lezioni

«In verità proponemmo ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità ma rifiutarono e ne ebbero paura, mentre l’uomo se ne fece carico».

(Corano 33:72, da M. Iqbal, La ricostruzione del pensiero religioso nell’Islam, trad. it. di S. Lei Chalikandi, Jay Editore, Roma 2010, p. 30)

 

«[17]Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese. [18]Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! E' stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si faccia circoncidere! [19]La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio. [20]Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato [21]Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione! [22]Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di Cristo. [23]Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini! [24]Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato».

(I Cor. 7, 17-22)

 

«L’eticità e l’Idea della libertà nel senso del Bene vivente. Il Bene vivente ha il proprio sapere e volere nell’autocoscienza, e ha la propria realtà mediante l’agire dell’autocoscienza. L’autocoscienza, dal canto suo, ha il proprio fondamento essente-in-sé-e-per-sé e il proprio fine motore nell’Essere eticoL’Eticità è il Concetto della Libertà divenuto mondo dato e natura dell’autocoscienza»

(G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, § 142).

 

«A prima vista, teoria e morale e teoria etica sembrano orientarsi alla stessa domanda: “che cosa devo – o dobbiamo – fare?” Solo che il verbo dovere (sollen) acquista un senso diverso, a seconda se noi ci interroghiamo sui diritti e doveri che tutti devono reciprocamente ascriversi nella prospettiva di un noi onni-inclusivo, oppure se ci interroghiamo – preoccupandoci della nostra propria vita nella prospettiva della prima persona – su che cosa si meglio fare per me oppure per noi (ben inteso, in una prospettiva di lunga durata e dopo aver soppesato tutti gli aspetti del problema). Infatti, queste domande etiche su ciò che è per noi buono o cattivo si collocano sempre nel contesto di una determinata storia di vita individuale o di una particolare forma di vita collettiva».

(J. Habermas, Il futuro della natura umana, Einaudi, Torino 2002, pp. 6-7).