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Diritto Musulmano E Dei Paesi Islamici 2014/2015
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Jan 15Bacheca » Come Si Scrive Una Tesi Di Laurea
Come si scrive una tesi di laurea
La redazione della tesi rappresenta il momento conclusivo della carriera di studi del laureando, nonché, di solito, una fonte di stress per lo studente. È pertanto fondamentale che la tesi sia svolta nell’ambito di una materia che interessa allo studente e su un tema che lo appassioni. Dunque, è da evitare l’abitudine di presentarsi davanti al docente chiedendo l’assegnazione senza avere nemmeno in mente, per grandi linee, quale soggetto si vorrebbe approfondire.
La tesi in diritto musulmano.
Occorre rendersi conto che in questa materia la bibliografia disponibile in lingua italiana non è ricca; lo studente deve quindi accettare il fatto che molta parte del materiale utilizzabile per la tesi sarà scritto in inglese e francese (oltre all’arabo, al persiano, al turco, all’urdu, ecc.). Dunque, se non si conosce un poco almeno una delle due lingue citate, è inutile chiedere la tesi in questa disciplina.
Per scrivere una tesi occorre, appunto, saper scrivere: la conoscenza della lingua italiana non è un optional e non sono accettabili tesi redatte senza curare l’aspetto stilistico del lavoro. La consecutio temporum, l’uso corretto del congiuntivo, la punteggiatura usata come si deve sono prerequisiti indispensabili di fronte alla cui mancanza la tesi verrà, semplicemente, respinta al mittente come illeggibile.
Da un punto di vista sostanziale si suggerisce quanto segue:
- riprendere in mano i materiali d’esame per rinfrescare la conoscenza generale della materia in cui si è chiesta la tesi.
- elaborare una bibliografia. Le tesi necessitano innanzitutto di un buon lavoro di ricerca volto a reperire e classificare i materiali bibliografici disponibili su un certo argomento. Si tratta di un passaggio preliminare alla redazione di qualsivoglia lavoro scritto e va curato bene perché una buona base bibliografica consente di elaborare un buona tesi. Una volta raccolte le fonti, sarebbe opportuno classificarle per rendere più agevole il reperimento dei testi che fanno riferimento a specifiche tematiche trattate nella tesi.
- elaborare un indice della tesi. Le argomentazioni vanno svolte secondo logica e seguire l’indice, che a sua volta si basa sul tipo e qualità delle fonti disponibili, significa fare un lavoro completo, evitando inoltre inutili ripetizioni.
- una volta pronti bibliografia e indice, che vanno sottoposti all’attenzione del docente per approvazione, è possibile cominciare a scrivere la tesi vera e propria, seguendo l’indice e presentando di volta in volta i capitoli al relatore per le correzioni.
- Quando si redige una tesi occorre rendersi conto che bisogna motivare le proprie riflessioni e affermazioni: è dovere di ogni scienziato (anche in formazione, come appunto il laureando) rendere conto al pubblico di quanto scrive. Ne deriva che le note bibliografiche sono essenziali per garantire la scientificità del lavoro svolto nonché la sua credibilità. Le tesi presentate senza note di riferimento vengono respinte senza ulteriori osservazioni perché presuppongono, nello studente, una certa presunzione (“scrivo quello che mi pare e non lo motivo perché sono un genio”) nonché una generale disattenzione verso la ricerca.
- Elaborare il testo. Per farlo occorre aver letto e compreso i contenuti delle opere citate in bibliografia. NON è AMMISSIBILE, e costituisce reato, appropriarsi di frasi altrui se non di interi paragrafi o capitoli spacciandoli come propri. Lo studente deve rielaborare, possibilmente in modo critico, quanto appreso dalla lettura delle fonti, accompagnando le proprie osservazioni con le opportune note bibliografiche. È possibile citare parti – brevi – di lavori altrui: la citazione va resa evidente utilizzando le virgolette (i cd caporali) e indicando al termine della citazione la fonte bibliografica da cui è tratta.
Come si scrivono le note bibliografiche?
Ecco alcuni esempi “fittizi” (ma basta guardare, ad esempio, il Manuale di Diritto Penale di Fiandaca e Musco per avere un’idea):
- monografia:
Rossi M., La storia dei puffi nel XX secolo, La Terza, Roma, 1999, p. 32.
La seconda volta che si cita lo stesso lavoro, la nota è semplificata: Rossi M., La storia dei puffi nel XX secolo, cit., p. 50.
Evitare di scrivere op. cit. perché questo costringe il lettore ad andare indietro di pagine e pagine per capire di che si tratta; qualora, poi, si citino più lavori dello stesso autore, op. cit. può creare confusione.
- collettanea (cioè libro curato da un Autore che racchiude scritti di altri Autori):
Rossi M., I puffi blu nella storia del fumetto, in Bianchi A. (a cura di), La storia del fumetto, La Terza, Roma, 1999, pp. 45-75, in particolare p. 50 (se si sta citando tra virgolette un passaggio dell’Autore, il riferimento alla pagina è assolutamente necessario)
Nelle citazioni successive, di nuovo si semplifica: Rossi M., I puffi blu nella storia del fumetto, cit., p. 51. Come si vede, le pagine di riferimento vanno sempre indicate.
- Rivista.
Rossi M., L’avvento dei puffi nella fumettistica moderna, in Rivista del fumetto, vol./N. II, 1999, pp. 31-99.
Citazioni successive semplificate: Rossi M., L’avvento dei puffi nella fumettistica moderna, cit., p. 40.
Biblioteche e ricerche bibliografiche
Consultare l’INDEX ISLAMICUS (repertorio delle riviste che trattano temi islamici), la cui serie completa si trova presso l’IPO (vedi indirizzo).
Consultare il NAPOLITANO (repertorio delle riviste giuridiche italiane), presso tutte le biblioteche giuridiche italiane.
Istituto per l’Oriente (IPO): via Caroncini 19, tel.: 06 8084106/ 8080710
Pontificio Istituto di Studi Arabo Islamici (PISAI): viale Trastevere 89, tel: 06 5882676
Biblioteca del Dipartimento di Diritto comparato, Facoltà di Giurisprudenza, IV piano, Università La Sapienza, tel.: 06 49910661
Biblioteca Centrale Giuridica (Ministero di Giustizia): Palazzo di Giustizia (Cassazione), Piazza Cavour (presentarsi con il foglio di assegnazione della tesi di laurea)
Biblioteca della Camera dei Deputati (presentarsi con documento di identità)