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Romina Moavero
Romina Moavero è professore associato di neuropsichiatria infantile a Roma, ed esercita la sua professione sia in ambito ospedaliero che accademico. Svolge l'attività clinica presso la neurologia dello sviluppo dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Dalla laurea in medicina ha focalizzato principalmente la sua ricerca clinica sull'epilessia farmacoresistente ed in particolare su quella associata alla sclerosi tuberosa, nonché sulle comorbidità neuropsichiatriche dell'epilessia a esordio precoce, come la disabilitò cognitiva, il disturbo dello spettro autistico e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Uno specifico campo di interesse sono le traiettorie dello sviluppo di neonati e bambini ad alto rischio di disabilità neuroevolutive. Si occupa anche della maggior parte dei disturbi neurologici dell'infanzia, tra cui emicrania, paralisi cerebrali, malattie neurogenetiche, malattie vascolari e così via. Un altro significativo campo di interesseè costituito dai disturbi del sonno in età pediatrica (conseguimento di Master di II livello), sia nei bambini con sviluppo normale che in quelli con disturbi neurologici o neuropsichiatrici.
Ha partecipato a diversi studi internazionali che valutano l'efficacia e la sicurezza dell'everolimus su diverse manifestazioni del complesso della sclerosi tuberosa (astrocitomi a cellule giganti subependimali e angiomiolipomi renali) ed è stata coordinatrice locale per uno studio prospettico a lungo termine che valuta i biomarcatori clinici e molecolari dell'epilettogenesi in un modello genetico di epilessia - complesso della sclerosi tuberosa (EPISTOP). In questo studio ha partecipato a un pacchetto di lavoro che valuta specificamente lo sviluppo neuroevolutivo e i precoci predittori dei disturbi dello spettro autistico nei giovani neonati con sclerosi tuberosa. E' attualmente principal investigator di un progetto risultato vincitore di un finanziamento PNRR2023 e riguardante l'identificazione di biomarcatori e loro associazione con il fenotipo neuropsichiatrico in bambini con sclerosi tuberosa.